La cosa che mi ha più colpito della cultura portoghese, nel mio recente viaggio in Portogallo, è il concetto di Saudade, una parola intraducibile che sta ad indicare una sorta di malinconica e commovente nostalgia, un sentimento struggente ma con una punta di piacere nel ricordo di qualcosa di bello che è avvenuto o che avverrà.
Questa dimensione malinconica e nostalgica, che cogli passeggiando tra i vicoli del quartiere più antico di Lisbona, nei volti delle persone anziane sedute nei bar nell’entroterra, nelle note del Fado che esce dai locali di Coimbra, osservando vecchie barche sul fiume a Porto, mi ha particolarmente colpita, tanto da chiedermi che colori potesse avere e se, una volta a casa, avessi potuto in qualche modo rappresentarla.
Non sono portoghese, eppure questa dimensione malinconica e nostalgica, la sento particolarmente mia. Vero che tutto quello che dipingo è sempre allegro e colorato, ma per arrivare “alla luce” io ho bisogno di attraversare e scandagliare prima tutta l’ombra, per cercare, quantomeno, di raggiungere una profondità del sentire, aldilà della mera superficie degli eventi e delle cose. Perché per mia esperienza ogni atto creativo è sempre preceduto da un grande caos. E il caos è luce e ombra, gioia e malinconia, frenesia e stanchezza, speranza e dolore, pioggia e sole… ma noi siamo fatti di tutto questo ed è meraviglioso e prezioso poter abbracciare ognuna di queste sensazioni, anche solo per farci la pace!
Ecco allora il mio ricordo del viaggio in Portogallo, perché un viaggio non finisce mai nel momento in cui torni a casa! Ed ecco la mia Saudade dipinta su un contenitore plastico di olio per motori (fa parte del mio progetto “Mettete dei fiori nei vostri rifiuti”) e con i colori che per me la rappresentano al meglio: il giallo, nelle varianti ocra e giallo chiaro e il blu! ??
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