Perché le sedie?

Perché proprio le sedie?
Questa è la domanda che più frequentemente mi è stata posta, da quando ho iniziato a dipingere le sedie, per l’appunto.
La sedia è forse l’oggetto sul quale maggiormente i designer si sono sbizzarriti nel corso dei secoli, producendo innumerevoli prototipi, più o meno comodi, più o meno plausibili, ma è incredibile come dalla semplice e banale esigenza di sedersi, siano nati capolavori e vere e proprie opere d’arte.
Il design nasce sempre da esigenze pratiche: sedersi, mangiare, dormire, farsi una spremuta, scrivere, lavarsi, etc.. Ricordo che nel corso di Design all’Accademia di Belle Arti, il professore ci invitò a inventare un oggetto, raccomandandoci di non partire dall’oggetto stesso per formulare l’idea, ma appunto da un’esigenza pratica e dal rendere tale esigenza il più comoda e bella possibile.
Il fatto che il design possa unire la praticità del vivere quotidiano con la bellezza di un’opera d’arte, a me ha sempre affascinato. Ecco perché dipingo le sedie: perché mi piace rendere ancora più bello qualcosa che ha anche una funzione pratica.
C’è bisogno di sedersi tanto quanto ci sia bisogno di circondarsi di bellezza e colore!

Collaborazione con Angelini

Nell’ottobre del 2013 mi è stato chiesto di pensare e disegnare un mobile per un grande progetto didattico per bambini ospedalizzati. Questo progetto, ora presente in 30 reparti pediatrici italiani, che dispongono ciascuno di questo coloratissimo mobile delle scoperte da me realizzato e dipinto, è stato patrocinato e voluto da Fondazione Angelini e dal CONI.
La mia idea era quella di creare una struttura modulare ma vivace e coloratissima, che potesse essere una sorta di “abbraccio” confortante e allegro per il bambino.

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