Saudade

La cosa che mi ha più colpito della cultura portoghese, nel mio recente viaggio in Portogallo, è il concetto di Saudade, una parola intraducibile che sta ad indicare una sorta di malinconica e commovente nostalgia, un sentimento struggente ma con una punta di piacere nel ricordo di qualcosa di bello che è avvenuto o che avverrà.
Questa dimensione malinconica e nostalgica, che cogli passeggiando tra i vicoli del quartiere più antico di Lisbona, nei volti delle persone anziane sedute nei bar nell’entroterra, nelle note del Fado che esce dai locali di Coimbra, osservando vecchie barche sul fiume a Porto, mi ha particolarmente colpita, tanto da chiedermi che colori potesse avere e se, una volta a casa, avessi potuto in qualche modo rappresentarla.
Non sono portoghese, eppure questa dimensione malinconica e nostalgica, la sento particolarmente mia. Vero che tutto quello che dipingo è sempre allegro e colorato, ma per arrivare “alla luce” io ho bisogno di attraversare e scandagliare prima tutta l’ombra, per cercare, quantomeno, di raggiungere una profondità del sentire, aldilà della mera superficie degli eventi e delle cose. Perché per mia esperienza ogni atto creativo è sempre preceduto da un grande caos. E il caos è luce e ombra, gioia e malinconia, frenesia e stanchezza, speranza e dolore, pioggia e sole… ma noi siamo fatti di tutto questo ed è meraviglioso e prezioso poter abbracciare ognuna di queste sensazioni, anche solo per farci la pace!
Ecco allora il mio ricordo del viaggio in Portogallo, perché un viaggio non finisce mai nel momento in cui torni a casa! Ed ecco la mia Saudade dipinta su un contenitore plastico di olio per motori (fa parte del mio progetto “Mettete dei fiori nei vostri rifiuti”) e con i colori che per me la rappresentano al meglio: il giallo, nelle varianti ocra e giallo chiaro e il blu! ??

Se sei interessato all’acquisto la puoi trovare qui

Quella volta che vinsi un concorso letterario sul vino!

Nel 2006 lavoravo la mattina in una scuola, il pomeriggio in una libreria e la sera in un bar, però segretamente coltivavo due grandi passioni: dipingere gli oggetti e scrivere. Ricordo che avevo letto che Feltrinelli in collaborazione con Santa Margherita aveva indetto un concorso letterario, bisognava scrivere un racconto sul vino di massimo 5.000 battute: il vincitore avrebbe poi visto il suo racconto pubblicato su 200.000 bottiglie del Pinot Grigio dell’anno successivo (all’epoca il vino di punta dell’azienda), e avrebbe ricevuto un buono di 1.500 euro da spendere da Feltrinelli.
Ricordo che il giorno prima della scadenza del bando, rientrata a casa a sera tardi dopo aver servito spritz, prosecchi e vini di ogni sorta al bar, scrissi di getto un racconto sulla mia agenda settimanale, mentre guardavo Sex and the City in tv (all’epoca lo trasmettevano in seconda serata, forse su Telemontecarlo!? ?) Il giorno dopo comunque lo spedii. Qualche mese più tardi mi chiamarono per dirmi che avevo vinto! Ci fu una premiazione bellissima, i presidenti della giuria erano, tra gli altri, Curzio Maltese e Allan Bay.
Non credo di aver scritto un capolavoro, però, a pensarci col senno di poi, credo fosse comunque un racconto molto “pop”, “giocoso”, ironico… un po’ come lo stile che cerco di esprimere dipingendo.
Conservo ancora qualche bottiglia chiusa come ricordo, qualche tempo fa mi è capitata tra le mani e ho ben pensato di dipingerla, perché anche il Pinot grigio nelle mie mani non può restare grigio! ? (la bottiglia rossa in primo piano è quella del mio racconto, le altre due sono del secondo e terzo classificato e già che c’ero ho dipinto anche quelle!)
Da quella volta non ho più scritto nè partecipato a concorsi letterari, forse tutto il mondo della letteratura ringrazia ✌️?

Nella seconda foto, il mio racconto! E se fossi interessato alle bottiglie, le trovi qui

Il telefono della NASA approvato dalla NASA!!!

Il telefono NASA approvato dalla NASA! Nel senso che circa un mese fa ho contattato proprio la NASA, chiedendo di poter usare il loro celebre logo, perché volevo dipingere un telefono per celebrare i 50 anni dello sbarco dell’uomo sulla luna.
Incredibilmente mi hanno risposto, dicendomi che avrei dovuto presentare un progetto. Dopo due progetti bocciati perché ci sono delle direttive abbastanza rigide sull’utilizzo dei colori intorno al logo, il terzo è stato approvato! ? grazie @nasa ❤️?
Nelle storie su Instagram è documentato il processo di realizzazione e pure il carteggio tra me e il responsabile dell’immagine della NASA ?

Non sono mai stata particolarmente portata per le discipline matematico-scientifiche, ma ricordo che lo studio della geografia astronomica a scuola mi aveva appassionato molto. Forse perché la consapevolezza di essere microscopici e brevissimi puntini di passaggio nell’universo, è un pensiero che ha sempre in me il potere di ridimensionare ogni cosa, di alleggerire tutto e di sentirmi una grata parte di un tutto incredibile e meraviglioso.
Pare questo sia anche un pensiero ricorrente tra gli astronauti: vista dallo spazio la nostra terra appare così piccola, niente di più che un reticolo confuso di luci, senza confini nè barriere, un pianeta tra tanti, in cui abbiamo però l’immensa fortuna di esistere, qui e ora! ?❤️

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Mettete dei fiori nei vostri rifiuti!

Mettete dei fiori nei vostri rifiuti! ????
(semi cit. di un famoso slogan degli anni 70!) Sono sempre stata attratta dal design e dal packaging dei beni di largo consumo come i detersivi e dalla loro evoluzione grafica nel corso degli anni: li ho sempre trovati molto accattivanti. Quindi ho pensato di prenderne alcuni, togliere loro le etichette, lavarli e poi dipingerli per ridare loro una vita più lunga e più sana, ospitando dei fiori! ?

Ciascuno di loro porta il nome di un sentimento o di un modo di essere (amore, gentilezza, gratitudine e gioia) perché mi piacevano il nonsense e il surrealismo generati dall’associare quello che in assoluto non si può comprare, come i sentimenti, a dei contenitori che per antonomasia sono invece associati a ciò che si vende e si compra.
Se i sentimenti fossero in vendita, li compreremmo? Avrebbero lo stesso valore? Temo proprio di no, sarebbe un totale scenario distopico e decisamente inquietante: per fortuna tutto quello che conta non è in vendita!!! ?❤️✌️

Tutti miei flaconi dipinti li puoi trovare qui

Il mio logo!

Finalmente ho il mio logo! ?
Erano anni che provavo a realizzarlo, mi concentravo sempre sulla mie iniziali o sulla stilizzazione grafica dei miei strumenti di lavoro, ma non riuscivo mai a trovare una soluzione che mi piacesse. Finché ho capito che sia graficamente che concettualmente il centro e il trait d’union di tutto per me era la V in mezzo al mio nome, SilVia.
Perché la V? ✔️Perché è la V di Venezia: io sono nata, ho studiato e risiedo nel comune di Venezia! Studiare in una città come Venezia in particolare, significa accomunare continuamente il sapere alla bellezza. E riempirsi gli occhi di bellezza significa poi riuscire a scovarla anche dove apparentemente non c’è!
✔️Perché è la V di Vintage e tutto il mio lavoro è sempre stato “impregnato” di vintage! Amo tutto quello che ha una storia a e amo poter ridare nuova vita ad oggetti che altrimenti andrebbero buttati o risulterebbero anonimi. ✔️Perché è la V di Valore e credo fortemente nel profondo valore che assume ogni lavoro artigianale, dipinto a mano nel mio caso, fatto con le mani in generale, grazie ad abilità e competenze approfondite, tramandate, studiate con passione.

I colori che ho scelto li sento particolarmente miei: il “contenitore” è un turchese che vira verso l’ottanio. È un colore che trasmette calma e tranquillità, perché chiunque mi conosce solitamente mi descrive così: tranquilla! È la mia indole e lo riconosco! Chi mi conosce molto bene però sa, talvolta a sue spese ??, che sotto il calmo involucro turchese ribolle il mio fuoco: il mio giallo e il mio rosso sono, come in tutti gli introversi, caratteristici di una vivacità più interiore che visibile dal di fuori. Sono calma fuori ma non tanto dentro, ma si tratta quasi sempre di una piacevole e stimolante inquietudine che mi sprona di continuo!
L’insieme che ne viene fuori mi ricorda un po’ una vecchia tv, vintage per l’appunto, con due antennine che contengono due brevi didascalie.
Avrei potuto far fare il logo da un grafico e sono sicura l’avrebbe fatto molto meglio, è un lavoro difficile ed è giusto che lo faccia chi ha le giuste competenze al riguardo, però ci tenevo che, seppur imperfetto, fosse mio in tutti i sensi! ?

W i libri!

Oggi è la Giornata Mondiale del Libro e arriva una sedia carica carica di…libri!

La cosa che ho amato sempre di più della lettura è la capacità che ha di poterti condurre ovunque. Nel momento in cui ti immergi in un libro le tue coordinate spazio-emotive-temporali si annullano e si ricalcolano in base a ciò che stai leggendo.
Mi sono così ritrovata spensierata a piedi scaldi in un kibbutz israeliano, poi seduta con Che Guevara dietro la sua motocicletta nei suoi viaggi giovanili e poi a vagare in carrozza nella Londra Vittoriana con un abito cremisi. Sono stata un soldato e ho provato paura e freddo nelle trincee in una guerra raccontata da McEwan , ho detestato i maiali de La Fattoria di Orwell nonché il narcisismo del seduttore in Donato Sarratore ne L’amica geniale, ho provato infinita pena per le vicende dei desaparecidos della Allende, ero in mezzo ad un corteo nella Primavera di Praga con Kundera, ho scoperto che tutte le famiglie sono dei sistemi complessi, da quelle russe di Tolstoj a quelle americane di Franzen e Roth, ma che ciascuna ha il suo Lessico famigliare che la rende comunque unica e speciale, come ci ha insegnato Natalia Ginzburg.
A volte ho riso molto e alcune volte ho persino pianto, spesso ho scoperto inediti punti di vista che mi hanno illuminata. Perché la lettura ti porta altrove ma per poi ricondurti a una versione di te sempre più consapevole e attenta!
Ha solo una controindicazione: crea, fortunatamente, una forte dipendenza!!! ✌️

La storia di Simone

La storia di Simone.

Il 7 febbraio 2018 è stato l’ultimo giorno di vita di Simone, un bellissimo ragazzino di 14 anni, che ho avuto la fortuna di conoscere quand’era un bambino vivace ma educato e che ci teneva sempre a chiamarmi per nome.
La cosa, se possibile, ancora più dolorosa e inaccettabile di questa vicenda è il fatto che Simone ha perso la vita per una sorta di gioco/sfida che gira in rete, di cui noi adulti ignoriamo l’esistenza ma che invece pare gli adolescenti conoscano molto bene.

Daniela, la mamma, con estrema forza, tenacia e amore, ha raccontato la storia del suo adorato Simone (corredata da testimonianze e interventi di psicologi e insegnanti) e ha fatto stampare questo libro che verrà distribuito e presentato nelle scuole perché possa servire come monito per i ragazzi, gli insegnanti e i genitori, affinché episodi del genere possano essere conosciuti e così evitati e combattuti sul nascere. Perché l’adolescenza è un periodo delicatissimo dell’esistenza, ci si crede grandi e onnipotenti, quando si è invece poco più che bambini spaesati e ancor più fragili, in balia di tutto e senza ancora gli strumenti per far fronte a tutto.

Quando ho saputo quello che era successo a Simone sono andata alla cerimonia di addio ma non ho avuto il coraggio di avvicinarmi ai suoi genitori, temevo di essere invadente e fuori luogo. Una volta rientrata a casa però me ne sono dispiaciuta molto e ho cercato di rintracciare la mamma via Facebook, almeno per donarle un micro pezzettino del suo Simone attraverso il mio ricordo di lui. Lei mi ha subito rassicurata dicendo che non sarei stata affatto invadente andando ad abbracciarla e dicendo che di sicuro un giorno, casualmente, ci saremmo riviste. Poco prima di Natale infatti, così è stato. Daniela stava già scrivendo la storia di Simone, insieme è nata anche l’idea che avrei potuto disegnare e dipingere qualcosa in memoria di Simone da inserire nel suo libro. Così eccone la copertina e una decina di illustrazioni all’interno.
Non mi sono mai cimentata con l’illustrazione di libri, ma giuro, c’ho messo tutto il cuore.

Un GRAZIE a Daniela e Mario, splendidi mamma e papà di Simone, che mi hanno lasciato tutta la libertà di esprimermi come meglio credevo, dandomi piena fiducia e affetto, e che mi hanno dato in dono questo braccialetto che indosso con estrema gratitudine e fierezza ❤️

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